L’Arte dell’Insindacabilità
In Italia abbiamo perfezionato un’arte sottile: quella di creare sistemi di selezione pubblica che, sulla carta, rispettano tutti i crismi della legalità, ma nella pratica seguono logiche che sfuggono alla comprensione del comune mortale.
Prendiamo i concorsi per le forze dell’ordine. Migliaia di giovani si preparano per mesi, studiano codici, procedure, fanno palestra per le prove fisiche. Superano scritti e orali con punteggi eccellenti. Poi arriva il momento fatidico: i test attitudinali.
La Scienza Inesatta degli “Esperti”
Qui entra in scena una categoria particolare di professionisti: psicologi che sembrano possedere poteri divinatori straordinari. Riescono a stabilire, attraverso questionari standardizzati e colloqui di pochi minuti, chi sarà un buon servitore dello Stato e chi invece nasconde pericolose tendenze antisociali.
Curioso come questi “esperti dell’anima umana” riescano sistematicamente a scartare candidati che hanno dimostrato competenza e preparazione in tutte le prove precedenti. Evidentemente possiedono strumenti di valutazione che sfuggono alla comprensione dei comuni mortali.
Il Misterioso Potere dell’Insindacabilità
Ma la vera genialità del sistema si manifesta quando qualcuno osa mettere in discussione queste decisioni. Ecco che spunta fuori la parola magica: “insindacabile”.
La commissione è insindacabile. I test attitudinali sono insindacabili. La valutazione psicologica è insindacabile. È come se esistesse una zona franca del diritto, un limbo dove il principio di trasparenza va in vacanza e quello del contraddittorio si prende un anno sabbatico.
L’Assurdo Quotidiano dei Ricorsi
Immaginate la scena: un candidato, magari primo classificato negli scritti, viene scartato agli attitudinali. Decide di fare ricorso. Il Tribunale Amministrativo Regionale, con la pazienza di Giobbe, spiega che non può sindacare il giudizio della commissione perché “tecnico-discrezionale”.
Traduzione: “Caro candidato, anche se sospetti che qualcosa non quadri, anche se hai tutti i titoli e le competenze, devi accettare che esista una categoria di decisioni che sfugge a qualsiasi controllo. È la democrazia, bellezza!”
Il Paradosso della Meritocrazia
Il bello è che tutto questo avviene nel nome della meritocrazia. Selezioniamo i migliori, ci dicono. Garantiamo che solo i più adatti entrino nelle forze dell’ordine.
Peccato che “adatti” sembri spesso coincidere con “graditi a qualcuno” più che con “competenti e preparati”. Ma questo, naturalmente, è solo una cattiva impressione di chi non comprende le sofisticate logiche della selezione psico-attitudinale.
La Scienza del Nepotismo Scientifico
Bisogna riconoscere l’evoluzione del sistema. I tempi della raccomandazione diretta sono superati. Oggi abbiamo metodi più raffinati: questionari psicologici che miracolosamente rivelano “inadeguatezza caratteriale” nei candidati scomodi, test attitudinali che scoprono “instabilità emotiva” in chi ha già dimostrato equilibrio e competenza.
È nepotismo scientifico, avallatato da sigle e certificazioni. Molto più elegante del vecchio “è figlio di…”, non trovate?
Il Futuro della Trasparenza
Mentre scriviamo, migliaia di giovani continuano a prepararsi per questi concorsi, fiduciosi che il merito verrà riconosciuto. Molti di loro scopriranno presto cosa significa scontrarsi con l’insindacabilità del sistema.
Ma non disperate: almeno potrete sempre consolarvi sapendo che la vostra esclusione è stata decisa con metodi scientificamente validati da professionisti altamente qualificati.
Che poi questi professionisti sembrano avere una curiosa tendenza a favorire sempre gli stessi profili, beh… questa è solo una coincidenza.
Dopotutto, la scienza non mente mai. O almeno, quando lo fa, è insindacabile.
“La democrazia è quel sistema in cui tutti hanno diritto di partecipare alle selezioni pubbliche. L’oligarchia è quel sistema in cui tutti possono partecipare, ma solo alcuni possono vincere. Indovinate in quale viviamo.”